Film su Netflix che romanza (molto) la vita di re Enrico V d’Inghilterra, quello della battaglia di Azincourt.
Enrico è ritratto prima come principe ribelle, sregolato, scontroso e taciturno, auto-allontanatosi dalla corte per condurre una vita sregolata, roso dai conflitti interiori, ma saggio, tenace, desideroso di pace e dal cuore saldo (in realtà storicamente fu tutt’altro che pacifista ma il film si inventa molte cose). Il giovane Enrico, soprannominato Hal, riesce a vedere prima di tutti la rovina dietro le politiche del padre, e l’avventatezza nel desiderio di mettersi in mostra del fratello minore. Cerca di fare la cosa giusta, ma è in una posizione impotente.
Una volta divenuto re, avendo l’occasione di poter cambiare le cose, lascia da parte la sua vita precedente e decide di maturare; ma la maturazione, la crescita, non giungono dopo singoli eventi importanti (come un’incoronazione e la presa di coscienza sul proprio ruolo), bensì attraverso un lungo percorso ad ostacoli che non tardano a manifestarsi. Enrico si mostra in costante conflitto fra la determinazione e l’insicurezza, fra la volontà di perseguire un obiettivo lontano e l’indecisione su come raggiungerlo, fra la consapevolezza di potersi fidare di pochi e la vulnerabilità dettata dall’inesperienza politica. La sua purezza di ideali lo rende bersaglio di intrighi, tramutandosi in una medaglia a due facce: il bisogno di avere fiducia in qualcuno, la necessità della fedeltà dagli altri, gli porteranno sia successi che sconfitte, e metteranno in luce i suoi punti più vulnerabili, i limiti della sua saggezza e la sua volubilità. Le prospettive da re sono molto differenti.
Il clero è dipinto come viziato, arrogante, incompetente e parassitico.
I francesi sono rappresentati come infidi, crudeli e incompetenti, o meglio, in particolare è dipinto così il delfino di Francia (che nella realtà era tutt’altro che spavaldo e bellicoso come mostrato nel film, e nemmeno partecipò alla battaglia, ma vale quanto detto prima). Nel finale però si capiscono le motivazioni dietro al loro atteggiamento sprezzante con un colpo di scena.
Doppiaggio ottimo, personaggi molto carismatici, scenografie semplici ma efficaci. La battaglia di Azincourt è rappresentata in modo più breve di quanto si potrebbe pensare, ma è solo uno strumento per mostrare la crescita di Enrico e non lo scopo della pellicola (e anche per questo, lo avrete capito, contiene imprecisioni storiche).
Dal punto di vista della fedeltà alla storia, come avrete capito, c’è molto poco di esatto durante le oltre 2 ore di The King. A parte questo, come narrativa guardatelo.
Voto: 7.5 se vi interessa una fiction di intrighi e crescita interiore, 5 se ci tenete alla veridicità e al dramma storico.